Il paese delle vacche da latte

Questo ê il paese delle #dimissioniinbianco, palesi o occulte, Questo é il paese nel quale in un colloquio di lavoro ti chiedono se intendi avere figli allo stesso modo nel quale ti chiederebbero se intendi mandare in fallimento quell’azienda, 

Questo ê il paese nel quale la tutela della maternità è ottima, ma solo per chi ha un contratto che ti permetta di usufruirne e comunque per il datore di lavoro, una dipendente incinta é sempre una cattiva notizia e te lo farà capire, 

Questo é il paese di pochi asili nido e troppo costosi, se non in culo al mondo,

Questo ê il paese nel quale le percentuali di donne che lasciano il lavoro dopo il secondo figlio sono troppo alte, per non parlare del terzo figlio…. 

Questo ê il paese nel quale una donna deve scegliere quale prezzo pagare per la gioia della maternità, 

Questo ê il paese nel quale una ministra sciocca e fascista spende denaro pubblico per la più offensiva campagna contro la dignità delle donne. 

Diventi la Lorenzin, una vacca da latte che a diventare madri, lo decidiamo noi “quando e se” lo vogliamo diventare e prima di dimettersi chieda scusa a tutte quelle donne che non hanno potuto diventare madri.. 

E per inciso e scusate il neologismo… 

Sono sempre cazzi nostri!!!

Un luogo di tranquillo deposito di sé… 

“UN AMICO E’ UN LUOGO DI TRANQUILLO DEPOSITO DI SE'” (Rossana Rossanda)

La gratuità dell’amicizia – come dice Rossanda- sta nel dare senza togliere, nel lasciare che uno si ponga di fronte all’altro per quello che è, senza infingimenti, senza ricatti silenziosi o aspettative nascoste. Dove non c’è aggrappamento, indispensabilità reciproca, non c’è tentazione di fuga né ansia di possesso. L’amico si incontra senza risentimento per la lunga assenza, e dal silenzio che è calato in mezzo il discorso riprende come se non fosse mai stato interrotto. Difficile darne una definizione più precisa e suggestiva: “un tranquillo deposito di sé”.
Aggiungo: c’è da sperare che un giorno si possa dire lo stesso dell’amore.

Un bravo ragazzo… 

“Mio figlio è sempre stato un ragazzo modello… Insomma, un ragazzo come tanti altri. Non infangate il suo nome su tutti i giornali perché queste sono disgrazie che possono capitare a chiunque.” Parto da questo frase, pronunciata dalla madre di un uomo che ha ucciso una donna di 22 anni, dandole fuoco, colpevole di averlo lasciato e di aver iniziato una storia con un altro.parto da questa frase, per riflettere sull’assurdità che nel #femminicidio le donne sono vittime e colpevoli. 

vittime perchè i numeri sono spietati, qualcuno sostiene che anche le donne sono violente. Certo lo sono, io pure lo sono, sono violenta e aggressiva, ma non ho mai pensato di uccidere qualcuno perché ha smesso di amarmi. Anzi sono cresciuta con la fissa che se qualcuno smette di amarti, in realtà non ti abbia mai amato veramente. quindi addio. senza rancore. Magari lacrime, tante, a fiume, ma nessuna violenza su chi vuole solo sparire dalla tua vita. Allora mi chiedo perchè tanti uomini, questo addio non lo sanno accettare, non accettano l’idea di essere lasciati. è una questione culturale, ma non nel senso che sta scritto sui libriil perchè. è una questione culturale perchè cresciamo con questo modello di famiglia che è ancora il luogo dove l’uomo deve fare l’uomo, la donna deve fare la donna. E questo purtroppo è un grande inganno. Non è piu cosi. si costruisce una relazione su una base di rispetto reciproco, di amore o voglia di stare assieme reciproca; si fanno progetti di futuro in due. Ma essere coppia non vuol dire fare un patto di sangue, un patto che una donna non può sciogliere senza avere paura di come reagirà lui. Molte donne sono state ammazzate, ma c’è un’infinità di donne che vivono rapporti di coppia estremamente violenti, donne che hanno figli e per i figli non si allontanano da uomini prepotenti e violenti, donne che non amano più uomini che di loro non hanno nessun rispetto eppure continuano a viverci assieme, perchè andare via non è mai facile. Perchè questa società ancora giudica una donna che va via di casa, con i suoi figli. Perchè non si è sempre ragazze, e la paura di non farcela a ricominciare è troppa. Perchè in fondo quell’uomo che ti sei scelto, non è poi un cattivo cristiano, magari è pure un lavoratore, magari è l’unico che lavora, magari i figli hanno bisogno di stare in famiglia, magari lo ami ancora, …quando non alza le mani. Ci sono tante storie, tante donne. Non è neppure una questione di condizione sociale, non è questione di nord o sud, di città o campagna. Non è questione di età. E’ una questione culturale, in questo senso, nel senso che dobbiamo capire che questà è una questione che ci riguarda tutte, e se non riguarda noi, riguarda qualcuno di noi, vicino a noi. E forse di un uomo violento, possiamo essere mogli, amanti, compagne, ma anche figlie oppure madri, oppure amiche. Ma non pensiamo che siano casi di cronaca. la violenza domestica finisce di rado nella cronaca, più spesso, tanto più spesso rimane fra le mura di casa, e noi ci siamo dentro, o siamo oltre quel muro. Rendiamocene conto. 
— 

Beatrice Pesimena

Un bravo ragazzo …

“Mio figlio è sempre stato un ragazzo modello… Insomma, un ragazzo come tanti altri. Non infangate il suo nome su tutti i giornali perché queste sono disgrazie che possono capitare a chiunque.” Parto da questo frase, pronunciata dalla madre di un uomo che ha ucciso una donna di 22 anni, dandole fuoco, colpevole di averlo lasciato e di aver iniziato una storia con un altro.parto da questa frase, per riflettere sull’assurdità che nel #femminicidio le donne sono vittime e colpevoli. 

vittime perchè i numeri sono spietati, qualcuno sostiene che anche le donne sono violente. Certo lo sono, io pure lo sono, sono violenta e aggressiva, ma non ho mai pensato di uccidere qualcuno perché ha smesso di amarmi. Anzi sono cresciuta con la fissa che se qualcuno smette di amarti, in realtà non ti abbia mai amato veramente. quindi addio. senza rancore. Magari lacrime, tante, a fiume, ma nessuna violenza su chi vuole solo sparire dalla tua vita. Allora mi chiedo perchè tanti uomini, questo addio non lo sanno accettare, non accettano l’idea di essere lasciati. è una questione culturale, ma non nel senso che sta scritto sui libriil perchè. è una questione culturale perchè cresciamo con questo modello di famiglia che è ancora il luogo dove l’uomo deve fare l’uomo, la donna deve fare la donna. E questo purtroppo è un grande inganno. Non è piu cosi. si costruisce una relazione su una base di rispetto reciproco, di amore o voglia di stare assieme reciproca; si fanno progetti di futuro in due. Ma essere coppia non vuol dire fare un patto di sangue, un patto che una donna non può sciogliere senza avere paura di come reagirà lui. Molte donne sono state ammazzate, ma c’è un’infinità di donne che vivono rapporti di coppia estremamente violenti, donne che hanno figli e per i figli non si allontanano da uomini prepotenti e violenti, donne che non amano più uomini che di loro non hanno nessun rispetto eppure continuano a viverci assieme, perchè andare via non è mai facile. Perchè questa società ancora giudica una donna che va via di casa, con i suoi figli. Perchè non si è sempre ragazze, e la paura di non farcela a ricominciare è troppa. Perchè in fondo quell’uomo che ti sei scelto, non è poi un cattivo cristiano, magari è pure un lavoratore, magari è l’unico che lavora, magari i figli hanno bisogno di stare in famiglia, magari lo ami ancora, …quando non alza le mani. Ci sono tante storie, tante donne. Non è neppure una questione di condizione sociale, non è questione di nord o sud, di città o campagna. Non è questione di età. E’ una questione culturale, in questo senso, nel senso che dobbiamo capire che questà è una questione che ci riguarda tutte, e se non riguarda noi, riguarda qualcuno di noi, vicino a noi. E forse di un uomo violento, possiamo essere mogli, amanti, compagne, ma anche figlie oppure madri, oppure amiche. Ma non pensiamo che siano solo casi di cronaca. la violenza domestica finisce di rado nella cronaca, più spesso, tanto più spesso rimane fra le mura di casa, e noi ci siamo dentro, o siamo oltre quel muro. Rendiamocene conto. 
— 

Beatrice Pesimena

La chiamerò …sfortuna 

Guardami  quando mi parli…….. 

Guardami quando mi parli…….. 

Guardami quando mi parli…….. 

Guarda se è “vero”!? 

Guardami quando mi parli……. 

Guarda se “tremo”!? 
…mmhh!….Smettila di parlare…. 

Guardando il muro!!! 

E….. se qualcosa mi devi dire…. 

Dimmelo “duro”! 

Guardala in faccia la Realtà! 

e quando è dura!……. 

sarà “sfortuna”…… 

……..SFORTUNA!!!!! 

Guardala in faccia La Realtà! 

…….è più “sicura”! 

Guardala in faccia La Realtà… 

è “meno dura”!….. 

Se c’è qualcosa che non ti va?!?… 

…..dillo alla Luna!….. 

Può darsi che “porti fortuna”!… 

…..dirlo alla Luna!……… 

Guardami in faccia quando mi parli! 

se sei “sincera”! 

Se non mi guardi quando mi parli…. 

non sei “sicura”! 

La voglio in faccia la “verità”…. 

e se “sarà dura”!….. 

La chiamerò “sfortuna”!…. 

…..Maledetta SFORTUNA!!!!!!!!

Se c’è qualcosa che non ti va?!?… 

…..dillo alla Luna!….. 

Può darsi che “porti fortuna”!… 

…..dirlo alla Luna!……… 

La voglio in faccia la “verità”…. 

e se “sarà dura”!….. 

La chiamerò “sfortuna”!…. 

Castelli di rabbia …un pò

“È una specie di gioco. Serve quando hai lo schifo addosso, che proprio non c’è verso di togliertelo. Allora ti rannicchi da qualche parte, chiudi gli occhi e inizi ad inventarti delle storie. Quel che ti viene. Ma lo devi fare bene. Con tutti i particolari. E quello che la gente dice, e i colori, e i suoni. Tutto. E lo schifo poco a poco se ne va. Poi torna, è ovvio, ma intanto, per un po’, l’hai fregato.#alessandrobaricco #castellidirabbia …e io #beatricepesimena #loschifoaddosso

Ferite a morte… Un pò


“Il titolo sul giornale invece non era tanto grande: «Ragazza sessantaseienne uccisa da venticinque coltellate»…No, scusate è il contrario: venticinque anni, sessantasei coltellate, mi sbaglio sempre.

Due coltellate e mezzo per ogni anno della mia breve vita, solo venti dritte al cuore.

Ci vuole tempo per dare tutte quelle coltellate, pensate a quanto è lungo un minuto…

Be’, ce ne vogliono almeno tre senza fermarsi mai, e lui non si è fermato neanche per riprendere fiato, questa volta aveva paura che non schiattavo.

Perché c’aveva già provato l’anno prima, in mezzo a corso Garibaldi: è arrivato di corsa e mi ha dato quattro fendenti al collo ma qualcuno l’ha fermato, sono stata dieci giorni in coma, poi ce l’ho fatta.

L’hanno mandato ai domiciliari perché dicevano che era stato un raptus e un raptus non viene due volte, invece hai visto che sorpresa, caro giudice?

Ma io tanto insieme a lui non ci tornavo neanche morta…”

#feriteamorte #serenadandini #femminicidio 

Non ê casuale che io abbia una canotta in pizzo nero mentre taggo questo libro sul femminicidio, non é casuale perché voglio essere libera di mostrare la mia femminilità e libera di scegliere chi amare, senza per questo essere un oggetto da possedere e da eliminare quando dice … no ! 

Il biglietto di scuse, mangiatevelo e strozzatevi 

Io non voglio infierire, cari maschi, ma …..#uccide il figlio di 7 anni e poi si toglie la vita. Ma cazzo! Suicidatevi, suicidatevi 

Noi donne sopravviviamo, quando ci lasciate, ci tradite, ci violentate, sopravviviamo alla povertà, alla malattiia. Se proprio non vi sopportiamo più, vi chiediamo di andarvene, di sparire ma non vi ammazziamo, non rendiamo organi i vostri figli, né tantomeno li uccidiamo. Si, può succedere che a noi, una fottuta depressione post partuum ci renda fantasmi di noi stesse, può succedere che noi reagiamo ad un dolore, facendo le pazze, le psicopatiche e magari la voglia di sopprimervi qualche volta pure a noi, ci attraversa. Ma alla fine, vi lasciamo vivere!

Che non lo meritate neanche! P.s. E il biglietto di scuse dopo aver ucciso, mangiatevelo e strozzatevi !

Stordisciti bene bene … E poi 

Caro uomo, hai ragione, io ti capisco, capisco quello che stai provando, lei ti ha lasciato, così all’improvviso; non ti vuole più, ha scelto un’altro o semplicemente non vuole più te. Tu non riesci a vivere senza di lei, ti sembra di impazzire, e poi stai cominciando ad odiarla… A desiderare la sua morte. Ecco fermati un attimo. Aspetta che arrivi la notte, comprati una bottiglia di whisky, un pacco di sigarette, anzi no, mezzo chilo di maria, stordisciti bene, bene. Poi prenditi la tua macchina, non mettere le cinture, scegli una strada deserta con un grande albero.. E abbraccialo a 200 km… Vedrai che lei, ti amerà per sempre. Perché hai sacrificato la tua vita. Più amore di così? Invece no vero ? Ovvio, sei un vigliacco, preferisci uccidere lei. E quanta fantasia che hai. Si potrebbe scrivere il manuale del #femminicida, ormai ê diventato un mestiere. Solo per vigliacchi …che pensano di essere #uomini. E lei chissà cosa aveva visto in te. Maledetto il giorno che ti ha conosciuto! Questo post lo dedico a una giovane donna… Bruciata viva dal suo #amore.