femminicidio …anche per teen ager!

mi è bastato il titolo, mi sono bastati quei due numeretti 15 lei, 16 lui, sono dei numeri piccoli, così piccoli che ci stanno in in 4 mani; sono così pochi quegli anni, a quell’età non hai neanche fatto in tempo a pensare cosa-farò-da-grande, è così breve quella vita che non sei neanche donna o uomo,  sono così pochi quegli anni che neanche sommati fanno una persona adulta, adulta davvero.

ma allora come sopravviviamo a anche a questo? è già così difficile accettare l’idea che il mostro troppo spesso non è quello dei film horror , ma è il marito, compagno, fidanzato, amante, ma almeno una volta identificato si riesce anche a dare un nome: femminicidio. Ma questa volta, quale nome daremo? teenagericidio? 

come fa uno che fino a due anni fa io avrei chiamato bambino, magari ragazzino ad accumulare in così poco tempo tempo una rabbia, una ferocia e una cattiveria tale da considerare che la propria fidanzatina (mi fa orrore anche la parola in questa storia) possa essere ammazzata e bruciata e abbandonata.

Io a 18 anni la cosa più violenta che ho fatto davanti al tradimento del mio fidanzatino diciannovenne è stato quello di strappare in mille pezzi le nostre foto e di buttargliele addosso.  E’ mi sono pure sentita cattiva. 

Sento che davvero questo caso ha sfondato il muro della follia, sono rimasta ferma davanti al titolo dell’articolo qualche secondo, come se il mio cervello non volesse collegare l’ennesimo caso di femminicidio a quei due numeretti: 16 e 15.

Non è che io consideri i ragazzi degli angeli, non è che io li consideri immuni da cattiveria, avidità, egoismo, violenza etc. Quello che mi fa riflettere è l’abbassamento pericolosissimo della soglia minima di età per la quale cominciare a ritenere possibile e fattibile un femminicidio. 

E’ mai esistito davvero l’amor cortese, la galanteria, la donna che non si tocca neanche con un fiore? E’ mai esistito davvero il romanticismo? Ed è mai esistito davvero il femminismo? “peace and love”, il corpo è mio e faccio quello che voglio?

E dove è finito tutto se poi una donna, in quanto donna, in quanto femmina si sarà guadagnato questo macabro finale della sua vita, quello cioè di morire ammazzata, strangolata, dissanguata, bruciata, seppellita… in quanto donna!

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